Zuppa di Rafani civitavecchiese


Il Rafano è conosciuto in genere nella medicina popolare e si usa per curare le contusioni, mentre a Civitavecchia (e sui monti della Tolfa) si usano in cucina. Il sapore è particolarmente amaro, quindi bisogna essere degli amatori, e sopratutto non si può coltivare, quindi proporli al mercato richiede un lavoro non indifferente. Si possono preparare frittate, insalatine fatte con il cuore del rafano o più tipicamente preparare una zuppa.

In linea di massima la zuppa si prepara così, poi magari il nostro amico Pierluigi Gorla ci invierà la sua ricetta:

Si tagliano a pezzi le parti piu tenere dei rafani (punte e foglie) e si lavano. Si fa soffriggere l’aglio e il peperoncino in abbondante olio, poi si aggiungono i rafani e si lasciano cuocere a fuoco lento a pentola coperta, mescolandoli di tanto in tanto. Si aggiustano di sale e quando sono quasi cotti si aggiunge l’acqua (mezzo bicchiere a commensale) e si porta a termine la cottura. Quindi si aggiungono le uova, affogandole una alla volta. La zuppa si serve con fettine di pane casalingo tostate e, a piacere, strofinate con l’aglio.

Spero mi di ricevere qualche altra ricetta perchè sui rafani non sono preparatissimo.  🙂

Il primo suggerimento da parte di Pierluigi è stato quello di aggiungere una salsiccia oltre all’uovo… direi che ci sta proprio bene!!! 🙂 Ovviamente la salsiccia va aggiunta molto prima dell’uovo come mi suggerisce Alessandro.

Linda invece ha aggiunto un’altra variante, ha aggiunto i fiori di broccoletto (ciccetti) spellati a crudo.

Categorie: Le vostre Ricette, Ricette, Ricette Civitavecchiesi, Zuppe

Autore:civifood

Appassionato di Enogastronomia e del proprio territorio

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3 commenti su “Zuppa di Rafani civitavecchiese”

  1. marzo 6, 2014 a 4:38 PM #

    Innanzitutto grazie per l’articolo che mi ha fatto venire l’acquolina in bocca, e ricordare i bei tempi in cui da ragazzo andavo a raccogliere “rafani” con mio nonno sui monti della tolfa…

    Una precisazione per evitare confusioni come per i carciofi alla giudia o alla romana: il “rafano” é chiamato cosí solo in civitavecchiese, in realta si chiama “tamaro” (Tamus Communis). E|’ un’erba perenne rampicante i cui germogli ricordano vagamente i turioni degli asparagi selvatici, e non ha niente a che fare con il vero rafano (rafano cren o barbaforte, Armoracia rusticana) di cui viene usata in cucina solo la radice grattugiata nelle salse.

    E per finire con le varianti in questa acquacotta spesso si aggiunge un pó di salsa di pomodoro, secondo un’uso mutuato dalla bassa maremma….

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  1. Ricette Zuppa di Rafani civitavecchiese | Hotel booking in Italia - marzo 9, 2012

    […] un’altra variante, ha aggiunto i fiori di broccoletto (ciccetti) spellati a crudo. Excerpt from: Zuppa di Rafani civitavecchiese /* Condividi:Condividi: GA_googleFillSlot("beauty336SX"); […]

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