
L’iniziativa della F.I.C., nata da un idea del compianto Segretario Generale G. P. Cangi, si è diffusa e consolidata attraverso gli anni fino a diventare una vera e propria tradizione sul territorio Nazionale. La Federazione Italiana Cuochi ha ritenuto infatti doveroso dedicare una giornata ad una categoria professionale che per 365 giorni all’anno, senza limiti d’orario, svolge con spirito di sacrifico e passione un lavoro impegnativo, ma capace d’offrire ai clienti ogni giorno l’emozione di un piatto eseguito a regola d’arte. Tale impulso è stato raccolto con entusiasmo anche dalla WACS – Società Mondiale degli Chef – ed oggi, in molte nazioni, si festeggia nel mese di ottobre questa ricorrenza.
La categoria dei cuochi, sebbene in forma simbolica e senza assentarsi dal lavoro, con entusiasmo, ogni anno, attende sul calendario il 13 ottobre – anniversario della nascita del Santo Patrono dei Cuochi San Francesco Caracciolo – per celebrare la propria festa.
Quest’anno la F.I.C. della regione Lazio, ha deciso di festeggiare questa ricorrenza il 24 ottobre, assegnando il non semplice incarico di organizzatori alla F.I.C. delegazione di Civitavecchia.
Il solito gruppo di professionisti, che sta portando avanti una battaglia per risollevare il settore enogastronomico locale, insieme ai giovani dell’istituto alberghiero di Civitavecchia, coordinati da Lucio Cappannari hanno portato avanti un lavoro enorme, questa volta però hanno servito dei professionisti come loro, quindi la sfida è stata sicuramente doppia.
La giornata è cominciata nella cattedrale di Civitavecchia, con una messa di ringraziamento per il Santo Patrono. La celebrazione che doveva essere presieduta da Padre Pier Paolo, padre spirituale della Federazione Italiana Cuochi, è stata invece celebrata da Don Vincenzo, che emozionatissimo ha raccontato di essere stato un cuoco e che ha lasciato la professione per dedicare la sua vita ad un’altra mensa. Don Vincenzo ha definito i cuochi “Artisti di Dio” perché modellatori dei frutti da Lui donati.
E’ seguito un aperitivo a buffet a Porta Livorno, per poi proseguire con una conferenza sulla nave Grimaldi (Cruise). Il tema della conferenza con un gioco di parole è stato “CHEFUTURO” che può essere letto “Chef Futuro”, oppure “che futuro”. Qui si è parlato del futuro dei nostri giovani aspiranti cuochi, della necessità di migliorare il percorso formativo e delle nuova formula di “brigata in adozione”, dove si vedranno delle brigate sponsorizzate che andranno in giro promuovendo gli sponsor e le aziende, dando la possibilità ai giovani di maturare esperienze professionali di rilievo.
Erano presenti anche i giovani degli istituti alberghieri di Marino e della Provincia di Roma. Si è parlato molto di loro, della loro voglia di cominciare a lavorare subito, tralasciando avvolte lo studio, senza rendersi conto di limitare così la loro crescita professionale. C’erano anche titolari di scuole di cucina che somministrano corsi amatoriali e professionali, e qui è emerso che i diplomati in alberghiera, dopo la scuola hanno ancora bisogno di frequentare corsi per poter entrare in una cucina vera. Un professionista del settore ha individuato una probabile causa nel fatto che spesso gli insegnanti delle scuole alberghiere, hanno preso la qualifica di insegnanti dopo il diploma e non hanno mai visto una cucina, questo fa sì che l’insegnante non riesca a trasmettere le sensazioni e le nozioni giuste agli allievi. Lo stesso professionista ha rimarcato la necessità di creare dei cuochi veri ed umili, amanti della cucina e non degli studi televisivi, no ai chef prime donne; di quelli siamo ormai saturi.
Dopo la conferenza c’è stato il pranzo preparato dai Cuochi Civitavecchiesi (che secondo noi rientrano nella categoria dei cuochi umili e non degli CHEF) e dai ragazzi dell’alberghiero di Civitavecchia, che hanno fatto un Lavoro eccezionale.
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